“Non è tutto oro quel che luccica” non è sempre una considerazione negativa.
Nel post Dalie, cicoria, manie e ritagli avevo accennato al mio istinto “ricicloso” e un dettaglio che non avevo precisato è che i miei ritagli hanno disparate derivazioni, quindi possono avere qualità pregiata, standard o addirittura scarsa: se vedo legnetti e cartoncini penso subito che potrei dipingervi sopra ed alcuni riutilizzi sono, mi pare, una questione di intelligenza. Non di rado si tratta di “recupero al quadrato”!

Ad esempio: per impaginare opere si usano i passepartout e trovo gradevole per tale scopo il colore interno delle confezioni di un prodotto che acquisto spesso, ho così iniziato ad usarle per impaginare i miei piccoli dipinti, così che siano ordinatamente archiviati (e comodi da far sfogliare agli interessati). Non sarebbe sciocco spendere tempo e soldi per procurarmi cartoncini specifici se quel che ho sottomano è progettato per altro ma è comunque idoneo?
Non è detto che con materiali umili non si possa far bene: una buona manualità permette risultati armoniosi anche con quelli poco tecnici (sapendoli riconoscere come adatti o, entro certi limiti, domare) ed è vero anche l’opposto: munirsi di materiali di alta qualità non garantisce migliori performance: alcuni sono prestanti solo se gestiti con abilità ed esperienza.
C’è chi ricicla selvaggiamente e chi investe ogni briciola di tempo e soldi nella ricerca di materiali professionali: ogni creatore ha le proprie inclinazioni, preferenze, abitudini ed obiettivi. C’è chi come me ondeggia da una direzione all’altra, seguendo ogni volta stimoli, esigenze e possibilità (economiche e pratiche) differenti.

Ops… non so più perché ho iniziato a scrivere. A cosa portano queste chiacchiere? Forse possono suggerire che il valore di un’opera deve includere più aspetti. Innanzitutto il risultato: il valore artistico-espressivo, quel che colpisce esteticamente, emotivamente, simbolicamente ma non si deve ignorare il valore tecnico-artistico, ricavato dal capire i materiali, la destrezza, le dinamiche che hanno portato a quel risultato.
Forse sono pensieri scontati ma mi vagavano per la testa e scrivendoli li ho fissati meglio. E tu, hai trovato qualche spunto? Se no, spero di stuzzicarti meglio le idee la prossima volta. In ogni caso, arrivederci al prossimo post tra realtà e fantasia!
Anna
Ottimo lavoro!
Serena giornata.
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Buondì Cavaliere, grazie!
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Jo penso que es una bona opció la teva. No tant sols fas la teva creació artística, sinó que a més, trobes de donar-li la presentació adequada. Tot un joc creatiu molt enriquidor !. Felicitats !!
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Ciao Artur, grazie!
Mi piace guardarmi intorno e prendere spunti, penso sia l’unica strada per avere buone idee, sia per creare cose belle che per creare cose utili.
Saluti, alla prossima!
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un’opera meravigliosa fatta con immenso ingegno e tecnica particolare. Sei grande Annetta mia
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Nella carissima, la rosa è solo un appunto, frutto dell’osservazione di opere altrui, ma sicuramente è una piccola dimostrazione d’ingegno: la capacità di prendere spunti da quel che ci circonda. Fondamentale sia per creare immagini che per impaginarle, sia nell’arte che nell’artigianato… e a dire il vero in ogni attività, mi sa.
Baci di buona settimana!
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