“Tic-tic-tic. Toc-toc-toc. Tac-tac-tac…”
A furia di “tic” e “toc” e “tac” è nato un bassorilievo.
No, non mi sono messa a scolpire, anche se la pirografia scava (a volte nemmeno leggermente) nel legno e quindi mi piace pensare che mi leghi un poco alla scultura o almeno a nonno Achille, come raccontavo nel post “Fantasia floreale con dedica” (la mia prima pirografia!)… ma quella di stavolta è un’altra storia, che parte da uno scalpellino di altre epoche, un artigiano, un artista misterioso di cui però il tempo ha voluto lasciare traccia, anche se solo un frammento.

“Clic. Clic-clic. Clic…”
Gironzolando, la mia macchina fotografica si riempie Gironzolando, la mia macchina fotografica si riempie di ricordi ed appunti: è facile che dei dettagli attirino il mio sguardo e la pirografia che vi mostro stavolta è nata da essi: guardando le fotografie di una vacanza è riemerso qualcosa che aveva fatto breccia nella mia curiosità e nella mia fantasia e nell’elaborarlo ho voluto “rubare” altri spunti da altri dettagli di altre fotografie fatte allo stesso borgo; pian piano il progetto si è completato.
Quello intorno a cui tutto ha preso forma è un frammento di un bassorilievo in pietra risalente al XVI/XVII secolo, recuperato all’interno di casa Marini a Mosciano Sant’Angelo (TE) durante i lavori di ristrutturazione negli anni ‘60. Oggi è visibile sulla parete esterna del bel palazzo, come un’altra formella incastonata nella torre (il borgo conserva diverse torri dell’antica fortificazione medioevale) della stessa casa.

“Tic-tac, tic-tac / Per ogni geometria / Tic-tac, tic-tac / Ci vuole fantasia”. Qualcuno avrà riconosciuto un frammento di una canzone (se non la conoscete potete cliccare QUI) di Angelo Branduardi e forse troverete che l’impostazione generale della mia pirografia sia adatta a quel suggerimento ma per legare le cose vi dirò di più.
Nel dedicarmi a questo progetto ho scelto di avere come sottofondo gli album di Branduardi, perché lo conoscevo poco ma m’incuriosiva e mi pareva che certe sue atmosfere antiche potessero essere in sintonia col mio creare (in effetti sono state una piacevolissima compagnia).
Ad un certo punto sulla tavoletta di legno avevo ancora dello spazio da riempire e tra gli appunti restavano inutilizzati degli elementi quadrati che non trovavo come inserire; mentre gomma e matita s’alternavano irrefrenabilmente sono spuntati quei versi: hanno attirato la mia attenzione, deconcentrandomi e riconcentrandomi in giusto equilibrio tra geometria e fantasia (troppa concentrazione può far perdere il senso dell’insieme!).
Avevo scelto Branduardi attirata da certe musiche ma siccome le cose vanno sempre in modo imprevedibile la suggestione più preziosa è arrivata da un brano inaspettato.

Per la seconda volta (la prima è raccontata nel post Accade che la terra tremi) ho pensato di parlare di un luogo raccontandolo a modo mio, un modo insolito: ispirandomi ad esso per creare qualcosa di nuovo! Non è un racconto facile da seguire ma spero serva ad incuriosire. Se non bastasse… cliccate QUI e troverete una mia cartolina sul borgo abruzzese!
Vi saluto raccomandandovi di andare a sbirciare a tutti i link che ho disseminato e dandovi l’arrivederci al prossimo post tra realtà e fantasia!
Anna
Branduardi il nostro grande maestro , menestrello per eccellenza, è sempre portatore di ispirazioni magiche. Basta guardare la tua creazione…bellissima e fantasiosa.
Un bacio grande
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Ispirevolissimo cara Nella, davvero! Non che mancassero gli spunti ma è stato un qualcosa in più prezioso… Baci baci! E grazie!
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