Quanti colori dell’arcobaleno conosci?

L’arcobaleno è una fonte d’ispirazione come piace a me: tra realtà e fantasia: un fenomeno naturale, con caratteristiche tecniche da indagare e suggestioni per immaginare. Tu quanti colori dell’arcobaleno conosci? Io da piccola avevo imparato che sono sette ma… Vorrei fare il punto del mio curiosare mentre mostro i miei colorati rami. Mi fai compagnia?

L’arcobaleno di colori che vediamo è studiato come spettro visibile e riguarda quei colori di cui tutti, penso, abbiamo sentito parlare a scuola, con l’esperimento della luce che passa attraverso un prisma di vetro uscendone cromaticamente divisa (le gocce d’acqua in sospensione fanno la “magia” per lo stesso tipo di dinamica).

In effetti non appaiono un rosso, un giallo, un blu ecc. ma la gamma dei rossi, dei gialli, dei blu ecc., con tutte le loro sfumature di tonalità. D’impatto le notiamo come fasce di colori e in ottica, meteorologia ed altri campi, studiare queste gamme serve a spiegare come funzionano certe cose e, col passare del tempo, le ricerche si diramano e i dettagli variano.

Proverò a non perdermi mantenendo il focus sugli arcobaleni disegnati, le cui rappresentazioni tipiche sono due: la più ricca mostra sette suddivisioni: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola; l’altra ne mostra sei, considerando l’indaco parte dei blu. Siccome ogni gamma è composta da infiniti toni possiamo notare delle variazioni d’interpretazione: ogni disegnatore, di volta in volta, sceglie le tonalità con cui preferisce colorare la sua immagine.

Mi pare che rosso, arancione e giallo vengano rappresentati in modo piuttosto costante, mentre verde, blu, indaco e viola siano più facilmente interpretati in modo anche molto variabile. Anche tu ti perdi più facilmente nell’incanto che va dai leggeri azzurri un po’ inverditi fino ai blu violacei più profondi e caldi?

Visto che alla base della pittura ci sono tre primari (rosso, giallo e blu o, più precisamente, magenta, giallo e ciano) e tre secondari (arancione, verde, viola) sarebbe stato logico considerare sei passaggi per la mia sequenza artistica, ma nei miei primi ricordi riguardo l’arcobaleno c’è anche l’indaco e quindi ho voluto elaborare sette varianti. Tu riesci, al volo, ad immaginarlo con precisione o vaga sfuggente tra i blu e i viola?

I colori primari non sono tutti uguali, lo sapevi? Nel senso che anche quelli digitali sono tre ma sono diversi da quelli dipinti o stampati, anche se il loro acronimo può trarre in inganno un italiano: è RGB ed indica red (rosso), green (verde) e blue (blu), non i già citati rosso, giallo e blu. È proprio necessario confonderci inventando due tipi di primari? Sì, perché i monitor sono una fonte di luce diretta e in questo caso i colori si creano per sintesi additiva (red, green e blue sono detti “primari additivi”), mentre con la materia pittorica i colori si creano per sintesi sottrattiva (ciano magenta e giallo sono “primari sottrattivi”).

Lavorando alle immagini sui monitor, oltre alla tricromia (RGB) si può utilizzare la quadricromia (CMYK), che è l’acronimo di ciano, magenta, yellow e key black. Sì, sono i tre primari sottrattivi più il nero, perché se la finalità di un’immagine creata in digitale o digitalizzata (scansionata o fotografata) è la stampa è meglio usare un metodo di colore che possa comunicare con materia pittorica, visto che la riproduzione finale avverrà tramite gli inchiostri che colorano un supporto, quindi servono informazioni diverse da quelle che servirebbero per la visualizzazione su un monitor.

Dunque, ho iniziato a chiacchierare di sette colori, poi l’indaco si è mimetizzato nei blu e sono scesa a sei, dopo di che li ho divisi in tre primari e tre secondari, poi ho tirato in ballo tre primari diversi ed aggiunto un quarto elemento (il nero) a quelli di prima… A questo punto stavo per leggere di una suddivisione, in certi ambiti, in cinque gamme ma ho deciso che era il caso di fermarmi, se non volevo iniziare ad impazzire!

Tu ne hai avuto abbastanza o ti divertirai a seguire le altre diramazioni in cui questo tema può inoltrarsi? Se ti va di condividere precisazioni tecniche, curiosità o considerazioni personali raccontale con un commento al post, leggerti sarà interessante per me e per chi capiterà su questa pagina.

Posso raccontarti ancora una cosa? La curiosità in cui sono incappata più di frequente: i colori sono spesso stati divisi in sette gruppi perché al numero “7” fanno riferimento convenzioni tecniche e simboliche di varia origine e tendere a mantenere questo riferimento è facilmente parsa la scelta migliore. Alla luce di ciò trovo ancora più giusta la mia scelta di sette passaggi cromatici: mettersi in bilico tra scienza, spiritualità e suggestioni è in armonia col mio blog “Tra Realtà e Fantasia”.

Ti saluto con due link.
– Un articolo più esplicativo del mio sul sito di Momarte (un valido negozio, fisico e online, di belle arti), clicca qui per leggerlo: “Colori primari: cosa sono e quali sono?“.
– Il video in cui Giulia “Scaloppinee” descrive una sua “arcobalenosa” proposta, clicca qui per vederlo: “Rainbow Challenge“. Ho fatto scelte cromatiche diverse da quelle indicate da Giulia ma è da lì che mi è scattato l’input, quindi mi pare carino e giusto citarla.

Spero che i tanti dettagli non ti abbiano annoiato e confuso ma di averti piacevolmente intrattenuto, e magari ispirato. Grazie per esserti soffermato e arrivederci al prossimo post tra realtà e fantasia!

Anna

• “DIVERTIMENTO DI RAMI IN SEQUENZA CROMATICA” • serie di sketch floreali ispirati ai colori dell’arcobaleno • pennarelli e matite colorate su carta •