Se il mio logo fosse un’immagine potrebbe essere un fiore, una rosa, la rosa che ho rubato. Se può essere un’attenuante, l’ho rubata quando ero piccola e non sapevo che fosse vietato rubare un disegno, copiandolo.

“La rosa rubata” / matite e pennarello su carta / applicazione su legno
Pur sentendomi brava, ho sempre notato che ci sono persone più dotate di me nel disegnare; da piccola me ne accorgevo ad esempio davanti ad un quaderno di “greche” floreali, disegnate dalla mia sorella maggiore quando aveva la mia età: io copiavo ma di replicare la sua precisione non se ne parlava proprio.
Questioni di carattere, si nota anche parlando della rosa che ho rubato: quel fiore era su uno dei libri già appartenuti a lei, libri che mi arrivavano perfettamente conservati e che nelle mie mani diventavano immediatamente spiegazzati e scarabocchiati: li adoravo ma per quanto fossi amorevole la mia indole era evidentemente meno delicata.
Il furto sta nel fatto che ho sempre trovato difficile disegnare rose ma su quel libro erano rese con forme che mi parevano semplici e provando a copiarle mi hanno insegnato un trucco: petalo dopo petalo le forme e la disposizione variavano ma avevo trovato uno schema rassicurante.

Anche ora mi capita spesso, in particolare testando nuovi colori e tecniche, di darmi lo slancio partendo da quella rosa. In effetti non si tratta di “scopiazzare” ma di allenarsi ed imparare metodi; per di più le mie imitazioni (per esercizio o per appuntare spunti è più che lecito farne) sono sempre fallimentari: non m’è mai riuscito di riprodurre fedelmente un disegno, le mie doti artistiche vanno in altre direzioni! Ma essere “ladri di rose” suona così poetico che stavolta mi autoaccuso ingiustamente.
La rosellina di questo post racconta un’idea di assemblaggio che ho voluto velocemente provare e trovare il risultato delizioso mi è parso questione di magia: quando sono soddisfatta mi pare sempre che l’opera si sia creata da sola, non che l’abbia fatta io!
Una “magia” effettivamente c’è: quella che si può spiegare svelando il trucco, come quello dello schema della rosa, grazie al quale non mi illudo d’avere doti artistiche maggiori del vero ma che mi ha svelato di poter eludere i miei limiti e comporre comunque pregevoli e personali creazioni.
Col tempo ho anche capito che è così per buona parte di quelli che trovo più bravi di me e quindi che è sciocco invidiare gli altri o inseguire inaccessibili (e magari falsi) miti, va invece cercata la strada su cui costruire la propria personalità.
Sarà davvero quell’episodio ad avermi dato questa preziosa lezione? Non lo so ma ora che ci ho pensato mi piace credere di sì.
Arrivederci al prossimo post tra realtà e fantasia!
Anna
una rosa bellissima con un colore particolare e anche se hai preso spunto da tua sorella il risultato è splendido come sempre. A volte rubando, come dici tu , si trovano particolari che il disegno originale non ha..Bellissimo come sempre e lo ricordavo. Bacio serale amica mia.
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Se devo dirla tutta, cara Nella, a me poi le copie precise non piacciono proprio (anche se ammiro la maestria di chi sa farle)… sarà un’inconscia scusa perché non mi riescono? Hahahahaha… Comunque mia sorella non credo si arrabbierebbe se copiassi un suo disegno (come le greche) ma l’illustratore del suo libro da cui ho “copiato” la rosa forse sì! 😉 Ma visto che le copie non mi vengono sono salva, è stato solo uno spunto! 😄
Un bacione!
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